La rivoluzione delle Creative Commons

L'Italia in prima fila è uno dei principali paesi a livello internazionale per adozione delle licenze CC. 

 A livello di diffusione infatti il nostro pase è tra quelli più attivi inisieme a Spagna, Germania e Francia con Blog e musica come ambiti principali di preferenza: Il 95% ha scelto una licenza che richiede un'attribuzione, il 74% non sono licenze commerciali e solo il 2% ha scelto licenze di pubblico dominio.

 


Quantificare con precisione quanti facciano uso delle licenze CC nel nostro Paese è impossibile: sono tanti i prodotti offline a cui si possono applicare dai cd ai libri alle riviste e non c’è nessun obbligo di comunicazione.  

Sebbene non esista un registro di opere CC, tuttavia i motori di ricerca possono aiutare a capire quante sono le opere presenti sul Web.

Facendo una stima approssimativa, possiamo senz'altro dire che gli oggetti digitali italiani rilasciati con Creative Commons sono nell'ordine di milioni.

 Tra l'altro l'Italia è uno dei principali paesi a livello internazionale per adozione delle licenze CC e a livello di diffusione, infatti, il nostro Paese è tra quelli più attivi insieme a Spagna, Germania e Francia, con blog e musica come ambiti principali di preferenza.

Creative Commons è un'organizzazione no profit, con sede a Mountain View negli USA, dedicata ad ampliare la gamma di opere creative disponibili alla condivisione e all'utilizzo pubblici in maniera legale.
Rende possibile il riuso creativo di opere dell'ingegno altrui nel pieno rispetto delle leggi esistenti.

L'organizzazione ha pubblicato diversi tipi di licenze note come licenze Creative Commons: queste licenze permettono ai creatori di scegliere e comunicare quali diritti riservarsi e a quali diritti rinunciare a beneficio dei destinatari. Le licenze forniscono un modo semplice e standardizzato per dare pubblicamente il permesso di condividere e utilizzare il lavoro creativo in base alle condizioni stabilite dai creatori.

La missione di Creative Commons è ben rappresentata dal logo dell'organizzazione, che rappresenta una via di mezzo tra il rigido modello del copyright (Tutti i diritti riservati, All rights reserved) e quello invece di pubblico dominio (Nessun diritto riservato, No rights reserved), introducendo il nuovo concetto appunto di alcuni diritti riservati (some rights reserved).

Le licenze CC consentono di modificare facilmente i termini di copyright dal default di "tutti i diritti riservati" ad "alcuni diritti riservati"; non sono un'alternativa al copyright ma lavorano a fianco del copyright e consentono di modificare i termini di copyright per soddisfare al meglio le esigenze degli autori di opere creative.

Le licenze di tipo Creative Commons permettono a quanti detengono dei diritti di copyright di trasmettere alcuni di questi diritti al pubblico e di conservare gli altri, per mezzo di una varietà di schemi di licenze e di contratti che includono la destinazione di un bene privato al pubblico dominio o ai termini di licenza di contenuti aperti (open content).

L'intenzione è quella di evitare i problemi che le attuali leggi sul copyright creano per la diffusione e la condivisione delle informazioni.
Il progetto fornisce vari tipi di licenze libere, le licenze Creative Commons, che i detentori dei diritti di copyright possono utilizzare quando rilasciano le proprie opere sulla Rete.; viene anche fornito un Founder's Copyright, il quale è un contratto che vorrebbe ricreare lo spirito del concetto originale di Copyright così come introdotto dai padri fondatori nella costituzione americana.

La normativa per le Creative Commons fornisce un insieme di 4 opzioni che permettono facilmente di riconoscere i diritti vantati dall'autore e da terzi sull'oggetto della licenza.
Nella primavera


in seguito al crescente interesse per le licenze Creative Commons, l’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni (IEIIT organo del CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche) contatta Creative Commons internazionale per offrirsi di trattare in modo più ampio e dettagliato il tema delle licenze CC in Italia.

Scopo del progetto era quello di tradurre e adattare al modello legislativo italiano le licenze CC create in un sistema giuridico differente, quello americano, soggetto alla
Common Law.

Come punto di partenza di questo progetto sono state proposte le prime traduzioni delle licenze contestualizzandole alle leggi italiane.

 Il fondatore di Creative Commons Lawrence Lessig, già professore alla Stanford University ed uno dei massimi esperti mondiali in materia di diritto d'autore, annuncia ufficialmente l'inizio del lavoro di traduzione e adattamento delle licenze CC da parte del team italiano.

Viene nominato a capo del progetto il professore Marco Ricolfi, docente presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università degli Studi di Torino.

Al gruppo di lavoro giuridico, del quale fanno parte anche Marco Ciurcina, Massimo Travostino, Nicola Bottero e Samantha Zanni, si affianca l'attività di Juan Carlos De Martin e Alessandro Cogo, appartenenti all'IEIIT-CNR (oggi rispettivamente co-direttore e fellow del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino), che fornisce consulenza e sviluppo in merito agli aspetti tecnologici, oltre che a quelli di traduzione.

Inizia inoltre ad avviarsi un'interazione con la comunità, prevalentemente tramite la mailing list e un wiki.sono state pubblicate le prime versioni delle licenze Creative Commons tradotte dapprima nella versione 1.0 e in seguito nella versione 2.0, entrambe disponibili su un wiki per poter essere discusse pubblicamente dalla comunità  vengono presentate a Torino le Licenze Creative Commons italiane presso la Fondazione Giovanni Agnelli.

In tale occasione sono stati anche resi pubblici quattro documenti riguardanti alcuni dei temi approfonditi nel corso dell'attività.

A questo punto, l'attività di Creative Commons Italia è totalmente avviata,  è iniziata una nuova fase del progetto: il prof. Marco Ricolfi viene sostituito alla guida di Creative Commons Italia da Juan Carlos De Martin. Il prof. Ricolfi ha assunto il ruolo di coordinatore scientifico del gruppo giuridico.

Sempre a Torino, si è tenuto CCIT2005, il primo incontro nazionale di CC Italia, su temi riguardanti il multimedia, l'editoria e la musica.


Attualmente esiste un sito web (http://www.creativecommons.it/), che nella prima fase del progetto è stato creato e gestito da membri della comunità.

Tale attività è stata portata avanti in primo luogo dai promotori del sito, Danilo Moi e Lorenzo De Tomasi, coadiuvati dal nucleo di collaboratori.

Con l'avvio della Fase II del progetto CC Italia, il dominio del sito web è passato dall'EIIT-CNR al Politecnico
di Torino, diventando il sito ufficiale di Creative Commons Italia.

Il sito continua a svilupparsi grazie al contributo del Centro Nexa su Internet e Società e dei commoners, che avviene sia attraverso i commenti al sito ufficiale, sia tramite le pagine dei commoners.
Le licenze Creative Commons sono nate negli USA appoggiandosi al sistema giuridico locale.

Sono state quindi adattate al sistema giuridico italiano, dove il diritto d'autore è regolato dalla legge 633/41.

L'autore diventa detentore dei diritti nel momento dell'estrinsecazione dell'opera creativa, secondo la L. 633/41, art. 6 « Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell'opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale »
Inoltre tutti i diritti sono riservati all'autore (art.13 / 18bis).

Le sei licenze Creative Commons (definite dalla combinazione di quattro attributi) stabiliscono in modo
esplicito quali sono i diritti riservati, modificando quindi la regola di default in cui tutti i diritti
sono riservati.

Progetti che adottano licenze Creative Commons
in Italia e all'estero

Camera dei deputati, pubblica i dati con licenza Creative Commons BY-SA.
Ministero dell'Interno, pubblica con licenza BY-NC-ND
Ministero della Salute, pubblica con licenza BY-NC-ND
Ministero dello Sviluppo Economico, pubblica con licenza BY-NC
Dipartimento per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, pubblica con licenza BY-NC
Pubblica amministrazione, pubblica parte della documentazione con licenza Creative Commons BY-NC.
Istituto nazionale di statistica, pubblica con licenza Creative Commons BY.
Sistema statistico nazionale, pubblica con licenza Creative Commons BY.
Blog di Beppe Grillo, pubblica con licenza BY-NC-ND
il Fatto Quotidiano, pubblica tutti gli articoli originali con licenza Creative Commons BY-NC-ND.
Internazionale, pubblica tutti gli articoli originali con una licenza Creative Commons BY-NC-SA.
Wired, pubblica con licenza Creative Commons BY-NC-ND.
La Stampa, pubblica l'archivio storico e gli inserti culturali TuttoScienze e TuttoLibri con licenza
Creative Commons BY-NC-ND.
Stampa Alternativa, nella sezione Libera Cultura Libera Conoscenza vengono riproposti diversi titoli con
licenza Creative Commons BY-NC-ND.
Punto Informatico pubblica con licenza Creative Commons BY-NC-SA.
Arcoiris televisione accessibile gratuitamente da Internet, pubblica video con licenze CC.
La Tana dei Goblin, i contenuti del sito della fondazione che raggruppa associazioni ludiche sono pubblicati
con una licenza Creative Commons BY-NC-SA.
Subcava Sonora, prima etichetta discografica ed agenzia italiana di management musicale in Creative Commons,
ha pubblicato due produzioni discografiche ( Borderline, Nouer) ed una coproduzione (Sula Ventrebianco),
tre video musicali ("Cosa?" dei Sula Ventrebianco (coproduzione) , "Strofa e Ritornello" dei Borderline,
e "Cinici e Passivi" dei Nouer), distribuiti con licenze in Creative Commons 2.5 BY-NC-ND e un corto di
animazione dal titolo "Etor e il viaggio del cubo" (musica di K-conjog ed animazione di Totore Nilo),
pubblicato con licenza Creative Commons 3.0 BY-NC-SA. Per la tutela dei brani dal plagio e dagli utilizzi
indebiti, usufruisce della marcatura temporale attraverso il sito di marcatura temporale Patamu.com
Lega Nerd, primo Social Blog italiano, creato completamente in crowdsourcing, pubblica tutti i suoi
articoli con licenze in Creative Commons 2.5 BY-NC-ND.
Casa Bianca
Al Jazeera Creative Commons Repository
Arduino, piattaforma hardware open source per il physical computing: la scheda è offerta con licenza
Attribution-ShareAlike 2.5.
OpenStreetMap , le immagini delle mappe sono rilasciate sotto la licenza Creative Commons
Attribution-ShareAlike 2.0
Wikinotizie, utilizza la licenza CC BY
Linuxquestions.org wiki
Opcopy
Wikitravel
Reset Radio
World66
Wikivoyage
Lega Nerd
La fiction di Cory Doctorow
Il libro del professor Lessig pubblicato nel 2004, Free Culture
Tre dei libri di Eric S. Raymond, The Cathedral and the Bazaar (il primo ad essere pubblicato
commercialmente sotto una licenza CC, edito da O'Reilly & Associates), The New Hacker's Dictionary,
e The Art of Unix Programming (tutti e tre con una clausola condizionale aggiunta)
Public Library of Science
Star Wreck VI
MoveOn.org's Bush In 30 Seconds contest
Groklaw
CcMixter A community music site featuring remixes licensed under Creative Commons
MIT OpenCourseWare
Penínsulas Progetto on line di Midesa, per la diffusione di testi accademici che analizzano
la cultura spagnola e italiana, sotto licenza Creative Commons.
Telltale Weekly
The Oyez Project - Supreme Court MP3 Files
La maggior parte dei video realizzati dalle Telestreet italiane
POIGPS , i punti di interesse da scaricare sul proprio navigatore GPS
Deviantart , ha la possibilità di attribuire la licenza CC ai lavori caricati.
RadioMauroDelleChiaie , web radio inserita nel libro il software libero in italia di andrea berardi
edito da shake edizioni distribuito da feltrinelli trasmette solo musica su licenza creative commons.


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