Il Reddito di Cittadinanza
Il lavoro è un diritto di cui la stessa Repubblica è fondata ed è quindi responsabilità dei governi promuoverlo ed incentivarlo la tanto amata e non amata Europa fà in modo tramite sostanziosi finanziamenti che questo avvenga e non solo è sempre l'Europa che ha fatto si che il reddito di inclusione poi reddito di cittadinanza fosse realtà per questo l'Italia è stata multata per non aver ottemperato prima a tale sostegno che tra l'altro sono anni che in altri paesi europei esiste sarebbe stato troppo essere primi o insieme agli altri , di seguito in sintesi il documento:
92/441 CEE pubblicato anche sulla Gazzetta ufficiale.
Ogni lavoratore della Comunità europea ha diritto ad una protezione sociale adeguata e deve beneficiare, a prescindere dal regime e
dalla dimensione dell'impresa in cui lavora, di prestazioni di sicurezza sociale ad un livello sufficiente.
Le persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirvisi,
e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personale.
Poi :
(12) … il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea (5), ha auspicato
l'introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d'inserimento nella società dei cittadini più poveri;
O anche
il Comitato economico e sociale, nel suo parere del 12 luglio 1989 in merito alla povertà (6), ha anch'esso raccomandato
l'introduzione di un minimo sociale, concepito ad un tempo come rete di sicurezza per i poveri e strumento del loro reinserimento sociale
E dunque l’Europa raccomanda a tutti gli stati membri:
di riconoscere, nell'ambito di un dispositivo globale e coerente di lotta all'emarginazione sociale,
il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana
e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso.
E questo significa che al reddito minimo garantito si può avere accesso
senza limiti di durata, purché il titolare resti in possesso dei requisiti prescritti e nell'intesa che, in concreto,
il diritto può essere previsto per periodi limitati, ma rinnovabili
Link (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31992H0441:IT:HTML)
secondo il rapporto:
The role of minimum income for social inclusion in the European Union 2007-2010 stilato
dal Direttorato generale per le politiche interne del Parlamento Ue,
L'Europa sociale
La base giuridica per tale strumento, è il “Pilastro europeo dei Diritti Sociali
approvato congiuntamente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla
Commissione , in occasione del «Summit sociale per il lavoro e
la crescita giusti» tenuto a Göteborg”. Tale documento, prosegue la dichiarazione congiunta, “recita al suo articolo 14 che «chiunque manchi di risorse sufficienti ha il diritto ad un adeguato reddito minimo che
gli assicuri una vita dignitosa in ogni fase della vita, e ad un
effettivo accesso a beni e servizi di base. Per coloro che sono in grado
di lavorare, il reddito minimo dovrebbe essere accompagnato da misure
per l'inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro»”.
Ma non solo
E tra le riforme suggerite all’Italia dall’UE ci sarebbe quella concernente al reddito di cittadinanza, il quale non dovrebbe essere abolito - come invece richiesto da alcune forze politiche del Paese - bensì allargato.
Secondo le raccomandazioni dettate dall’UE, infatti, il nuovo reddito di emergenza non è sufficiente per dare un sostegno a quelle categorie comunque vulnerabili ma non raggiunte dal reddito di cittadinanza, in quanto si tratta di una misura solamente temporanea.
- Germania
In Germania sono previste tre diverse misure in favore dei cittadini tedeschi, rifugiati politici e stranieri dei paesi Ue che hanno sottoscritto il Social Security agreement: l'aiuto per il sostentamento, l'assegno sociale per i pensionati bisognosi e un sostegno per i disoccupati, cui si accompagnano altresì sussidi per l'affitto e il riscaldamento e indennità per disabili, genitori soli, donne in gravidanza e aiuti per ogni figlio. La durata di queste forme di sostegno è illimitata, ma ogni 6 mesi è previsto un controllo per verificare la permanenza dei requisiti richiesti per l'erogazione. Gli abili al lavoro devono seguire programmi di reinserimento lavorativo e accettare offerte lavorative congrue. Tra le svariate misure di sostegno, c'è l'Arbeitslosengeld II, sussidio mensile destinato a chi cerca un lavoro o ha un salario basso che garantisce intorno ai 400 euro al beneficiario con supplementi se nel nucleo familiare sono presenti figli.
- Danimarca
In Danimarca è adottato il modello dell'assistenza sociale che prevede il riconoscimento a chi ha compiuto 25 anni di 1.325 euro (l'aiuto per l'affitto è a parte) e 1.760 per chi ha figli. Gli abili al lavoro devono cercare un'occupazione e accettare offerte congrue alla loro formazione, in caso contrario il sostegno è sospeso. Il sussidio, chiamato 'kontanthjælp', è tassabile e in caso di assenza dal lavoro senza giustificati motivi è ridotto in base alle ore perse.
- Francia
In Francia al Revenu de Solidarité Active ha diritto chi è residente da più di 5 anni e ha compiuto 25 anni o chi è più giovane purché con un figlio e 2 anni di lavoro curricolare. L'aiuto dura 3 mesi, è rinnovabile e cresce con l'aumentare del numero dei figli. Il beneficiario deve dimostrare di cercare un'occupazione e di partecipare a programmi di formazione. L'importo del beneficio diminuisce con l'aumentare del reddito da lavoro.
- Belgio
In Belgio il sistema riconosce un assegno di reddito pari a 910,52 euro per chi vive da solo, 607,01 euro per chi convive, 1.214,02 euro per le famiglie con bambini. La misura non è sottoposta a limiti di tempo, ma il beneficiario è assistito per tutto il tempo da un assistente e sono previste delle verifiche periodiche circa la sussistenza dei requisiti.
- Olanda
Nei Paesi Bassi, ai singoli viene riconosciuto un contributo mensile massimo di 617 euro, mentre alle famiglie sposate o di fatto con o senza figli 1.234 euro.
- Inghilterra
Nel Regno Unito il reddito minimo è garantito solo previa verifica del reddito dei richiedenti. L'Income Support è previsto per aiutare chi non ha un lavoro full time e vive sotto la soglia di povertà. Se permangono le condizioni di indigenza è illimitato anche se varia in base all'età, alla composizione della famiglia, e alle risorse a disposizione dei beneficiari. Per gli iscritti nelle liste di disoccupazione è previsto un aiuto specifico purché il candidato si rechi ogni due settimane in un Jobcenter e dimostri che sta cercando attivamente un impiego. Lo Stato aiuta anche chi deve pagare l'affitto e ha figli.
In Irlanda, invece, c’è il Supplementary Welfare Allowance che non prevede limiti di età ed è destinato a cittadini irlandesi, rifugiati, apolidi e a tutte le persone che risiedono legalmente ed effettivamente nello Stato a prescindere dalla nazionalità.
La condizione principale per acceder al SWA è che non devono esserci altre indennità in corso di erogazione come la disoccupazione, la pensione sociale o altre simili.
Gli importi mensili del reddito minimo sono di 800 euro per i single, 1300 euro per le coppie senza figli, 1400 per coppie con un figlio, 1600 in caso di due figli e 1700 per tre figli.
L’Irlanda, inoltre, prevede integrazioni per il pagamento dell’affitto.
I Paesi Bassi, infine, oltre ad avere un sistema piuttosto generoso per i single (cui spettano fino ad un massimo di 617 euro al mese) e per le famiglie (che ricevono 1.234 euro, sia che si tratti di coppie sposate che di coppie di fatto, con figli e senza) hanno messo a punto il Wik, una misura specifica per gli artisti, studiata per garantire una base economica a chi si dedica alla creazione artistica.
Esistono poi varie forme di reddito:
1. Il Reddito Minimo Garantito (RMG): prevede che ogni individuo (occupato e non) riceva una somma pari alla differenza tra il RMG, che si fissa ad una soglia X, ad esempio la soglia di povertà relativa, e il suo reddito, se il suo reddito è inferiore a X.
2. Il Reddito di Cittadinanza Condizionato (RCC): secondo il quale, ogni cittadino riceve una somma maggiore o uguale ad una certa soglia critica (di nuovo ad esempio la povertà relativa o assoluta), se ha un reddito inferiore a quanto stabilito, fino a raggiungere il RCC. Il RCC è “means tested” cioè testato sui mezzi (patrimoniali e reddituali) del richiedente.
3. Il Reddito di Cittadinanza Incondizionato (RCI): prevede che ogni individuo riceva una somma pari a RCI indipendentemente dal suo reddito. Il RCI quindi non è “means tested”. Esso trova un riscontro empirico solo in pochissimi casi: è attivo (in forma modesta) in Alaska. Si discute circa una sua possibile attivazione in Brasile, e si trovano esperimenti in alcuni paesi dell’Africa e in alcuni stati dell’India.
Argomenti a favore. Il reddito di cittadinanza potrebbe:
- Aumentare la stabilità e la sicurezza sociale
- Semplificare il welfare
- Rendere più redditizio il lavoro occasionale, o le proprie passioni
- Ridurre la povertà
- Aumentare la libertà delle persone, che potrebbero scegliere in maniera non condizionata la propria vita e il proprio lavoro
- Aumentare le possibilità di migliorare la propria condizione
- Dare maggiore forza in fase di contrattazione quando si ottiene una proposta di lavoro
- Più libertà nei tempi che si decide di dedicare al lavoro, e al metodo di lavoro
- Evitare di fare cose che non soddisfano il lavoratore
- Sostegno alla piccola imprenditorialità, al lavoro autonomo e creativo, che magari non generano grossi volumi di soldi ma che danno soddisfazione personale
- Ridurre l’esclusione sociale dando, a differenza dei sussidi, la possibilità di fare comunque attività lavorative o creative che reinseriscano nel contesto sociale
Argomenti contro. Il reddito di cittadinanza potrebbe:
- Essere troppo costoso per le casse dello stato
- Non essere adeguato a garantire più equità sociale degli strumenti offerti dal welfare
Insomma se il lavoro non c'è o non vi è possibile accedervi è giusto allo stesso modo garantire a tutti un reddito
e far sì che vi si possa accedere tutti cioè coloro che sono disocuppati e inoccupati a prescindere e non fare chi si chi no lo stesso deve essere associato come in tutti gli Stati a percorsi formativi e d'inserimento lavoro.
Il costo del reddito non è poi costoso quanto le opere incompiute anzi con il reddito si dà qualcosa che poi viene immessa in economia le opere incompiute rimangono lì fino a quando vengono completate e solo allora producono un effetto c'è poi da valutare se quando vengono completate servono ancora.
Insomma il discorso è ampio e variegato e comunque ritornando al reddito.
Oggi in affiancamento al reddito ci sono i puc che permettono ai beneficiari e ai comuni stessi di attivarli non creando nei confronti di chi lavora una discriminazione creando così un beneficio per il comune e per il percettore che si troverà a lavorare .
Cosa sono
Nell'ambito dei Patti per il lavoro e/o per l'inclusione sociale, i beneficiari Rdc sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività (PUC) nel comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16.
I Comuni sono responsabili dei PUC e li possono attuare in collaborazione con altri soggetti.
Oltre a un obbligo, i PUC rappresentano un'occasione di inclusione e crescita per i beneficiari e per la collettività:
- per i beneficiari, perché i progetti saranno strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Centro per l'impiego o presso il Servizio sociale del Comune;
- per la collettività, perché i PUC dovranno essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità locale e dovranno intendersi come complementari, a supporto e integrazione rispetto alle attività ordinariamente svolte dai Comuni e dagli Enti pubblici coinvolti.
Le attività messe in campo nell'ambito dei PUC dovranno rispondere ad uno specifico obiettivo da raggiungere in un intervallo di tempo definito, attraverso la messa in campo di risorse umane e finanziarie. Il progetto potrà riguardare sia una nuova attività sia il potenziamento di un'attività esistente, ma in nessun caso le attività in esso svolte potranno essere sostitutive di quelle ordinarie né saranno in alcun modo assimilabili ad attività di lavoro subordinato o parasubordinato o autonomo.
Chi organizza i progetti
I progetti sono a titolarità dei Comuni, ferma restando la possibilità di svolgerli in gestione associata. In ogni caso i beneficiari sono tenuti a partecipare ai progetti attuati nel loro comune di residenza.
I Comuni, singoli o associati e raccordandosi a livello di Ambito Territoriale, sono responsabili dell'approvazione, attuazione, coordinamento e monitoraggio dei progetti posti in essere, anche con l'apporto di altri Soggetti Pubblici e del Privato Sociale.
È auspicabile il coinvolgimento degli Enti di Terzo Settore mediante una procedura pubblica per la definizione dei soggetti partner e l'approvazione di specifico accordo e dei progetti presentati, nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità, partecipazione e parità di trattamento.
In via generale, i progetti potranno essere proposti e attuati anche da altri Enti pubblici, partner del Comune.
Ambiti di intervento
I progetti potranno essere attuati nei seguenti ambiti:
La struttura dei progetti
- Identificativo/titolo del progetto
- Servizio/soggetto promotore/attuatore
- Luogo e data di inizio e di fine
- Descrizione e finalità delle attività
- Numero dei beneficiari di RdC necessari per lo svolgimento (ai fini di una programmazione)
- Abilità e competenze delle persone coinvolte
- Modalità e tempistiche per il coinvolgimento dei partecipanti
- Materiali e strumenti di uso personale e di uso collettivo
- Costi da sostenere, compresi quelli relativi alle coperture assicurative ed al coordinamento
- Responsabile e supervisore del progetto
Chi è tenuto a partecipare
Sono tenuti ad offrire la propria disponibilità allo svolgimento delle attività nell'ambito dei Progetti utili alla collettività i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che abbiano sottoscritto un Patto per il Lavoro o un Patto per l'Inclusione Sociale. La partecipazione ai progetti è facoltativa per le persone non tenute agli obblighi connessi al Reddito di Cittadinanza, le quali possono aderire volontariamente nell'ambito dei percorsi concordati con i servizi sociali dei Comuni/Ambiti Territoriali.
Il Ministero, con il supporto di Banca Mondiale ed in collaborazione con ANCI, al fine di facilitare l’attuazione dei PUC da parte dei Comuni ha predisposto alcuni facsimile di atti per le procedure di selezione di soggetti partner per l’attivazione dei PUC . Tali modelli non hanno carattere vincolante, ma hanno una mera funzione esemplificativa o, nel caso delle schede colloquio e di monitoraggio, una funzione di accompagnamento per l’operatore sociale.
Una misura che andrebbe estesa a tutti disoccupati e inoccupati e non come oggi che vengono escluse le persone solo per L 'ISEE facendo una discriminazione sociale e generazionale che ha poco a che fare con una politica attiva del lavoro.
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